ETTORE MUTI 24/8/1943

Anche quest’anno, con le Comunità del Cerchio abbiamo reso omaggio ad un pezzo di storia militare e non solo, del nostro paese.

Ettore Muti Eroe e Martire d’Italia!

“Muti si trovava a Fregene a riposare dalle fatiche della guerra e più ancora per nascondere silenzioso il suo dolore a causa del tradimento a lui noto. Si diceva che egli maturasse il divisamento di fare un tentativo disperato per salvare Mussolini dalla prigionia. Per il temperamento di Muti, questa era una cosa possibile. Ma i banditi, in agguato, non potevano perdonargli questo supremo disperato appello al suo coraggio”.
La Stefani darà quindi un suo resoconto delle fasi dell’arresto e dell’uccisione di Muti e poi: “A coprire il misfatto ed a giustificarlo con un alibi ben studiato, susseguentemente furono lanciate alcune bombe dal bosco. Oltre questo, nessuna voce umana suonò nella notte tragica sulla piccola spiaggia di Fregene se non la voce del tenente Taddei: ‘Finalmente questo porco è stato ammazzato’. Alle ore 3,45 la tragedia era conclusa”.
La frase – infame, ma improbabile – attribuita al tenente Taddei dalla Stefani non comparirà in nessun’altra fonte, e le fonti saranno tante. Ma quale la verità? Badoglio il mandante? Muti stava preparando un complotto per la liberazione di Mussolini?
Il generale Giacomo Carboni1 racconta: “Il maresciallo Badoglio mi chiamò il 21 agosto e mi ordinò perentoriamente di arrestare Muti. Motivo: spionaggio e complotto contro lo stato”. L’arresto doveva essere fatto dai carabinieri. Carboni convoca il comandante dell’Arma, generale Angelo Cerica, e studia un piano che dopo un ripensamento di Badoglio (“se l’arrestiamo, dove lo nascondiamo?”; “Io finirò ammazzato dai tedeschi”) viene approvato. “A che ora sarà fatto?” si informa. “In piena notte” – risponde Carboni. “Mi raccomando. Se Muti scappa è finita per tutti”.
“Quando, la mattina dopo, ricevuta la relazione di Cerica, andai al Viminale per riferire a Badoglio – racconta Carboni – mi resi conto che il Maresciallo si riteneva soddisfatto di quanto era successo”. Aggiunge Carboni: “Il colpo di grazia a Muti, in aggiunta a quello sparatogli a bruciapelo da Salvatore Abate”2 Badoglio cercò di infliggerlo con il famoso comunicato in cui si parlava di “gravi irregolarità nella gestione di un ente parastatale” ed addossando l’intera responsabilità dell’accaduto ai carabinieri, “mentre nel gruppo c’erano anche agenti di polizia ed era un poliziotto l’individuo in tuta che agì da killer”

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