In Italia, paese lento nella giustizia, cristallizzato nella burocrazia, oppresso dal debito pubblico, le periferie delle città, già gravate da carenze strutturali e disservizi endemici, sono state abbandonate e addirittura depredate.
La crescita ininterrotta è stata frutto di scelte progettuali sbagliate, ma anche della corruzione degli amministratori che avrebbero dovuto vigilare sulla costruzione dei quartieri residenziali periferici, che non si sono moltiplicati secondo un modello razionalista di città moderna, ma si sono disposti attorno ai centri antichi determinando uno sviluppo informe delle attuali metropoli.
Negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso invece fu sviluppato un progetto politico che ebbe l’architettura tra i suoi strumenti più importanti, e interventi pubblici quali costruzioni di edifici e bonifiche.
L’attività edilizia era volta soprattutto alla costruzione di nuovi alloggi, mercati , scuole, potenziamento della viabilità per la creazione dì città moderne. Le edificazioni esprimevano la determinazione sia a vincere la sfida nel tempo, come già fanno i monumenti, sia a creare un nuovo ordine sociale che metteva al centro la dignità dell’uomo e soprattutto la funzione pedagogica per educare le nuove generazioni.
In tutta Italia, così come a Padova e nel suo territorio, furono abbattuti vecchi quartieri malsani in cui le famiglie vivevano in promiscuità e quindi in pessime condizioni sociali e igieniche. Con i benefici di aiuti pubblici venne favorita la deurbanizzazione anche per sottrarre manodopera eccedente e potenzialità conflittuale nelle zone più calde per trasferirla in situazioni lavorative più stabili e regolarizzate.
Attorno a Roma Capitale sorsero i quartieri Nomentano Della Vittoria, Appio Latino, Flaminio, Tuscolano, Montesanto Garbatella costruiti con criteri moderni.
Notevole in quest’ottica la Casa del Sole a Milano, che trasformò l’area del Trotter in una struttura pedagogica: diversi padiglioni scolastici erano concepiti per stare a contatto diretto con gli alberi e per offrire ai giovani un ambiente ecologicamente ideale. Funzionò come scuola speciale all’aperto secondo un modello pedagogico di rilevanza internazionale fino agli anni ’70. A Padova furono costruiti il bellissimo Palazzo Esedra e Città Giardino, quartiere costituito da edifici disposti in giardinetti e circondati da viali alberati.
Il progetto ordine nuovo e razionalità consisteva quindi nella realizzazione di edifici e quartieri funzionali.
Grazie alla qualità delle costruzioni progettate e realizzate in quegli anni, al disegno innovativo alla capacità professionale dei protagonisti di riuscire a comunicarle ai contemporanei e ai posteri attraverso l’architettura, ancora oggi possiamo trarre un esempio per contrastare il degrado odierno.