È andato oltre Alberto Indri, camerata di vecchia data e custode del Campo della Memoria di Nettuno (Rm).
La sua azione, costante e spesso silenziosa, ha rappresentato negli anni un punto di riferimento per chi ha visto nel Campo un tempio dove custodire il ricordo dei giovani italiani caduti sul fronte di Nettuno nel 1944.
Una gioventù quella di Alberto, ormai anziano nel corpo, che rimaneva nel carattere, pugnace, ed a volte testardo, ma sempre animato da una profonda fede, che lo portava ogni sabato mattina, anno dopo anno, a macinare chilometri ed a sacrificare il proprio tempo, per animare e custodire il Sacrario della Repubblica Sociale situato sul litorale romano. Senza mai cercare ricompense o onori, ha lavorato instancabilmente per assicurarsi che le tombe di quei giovani caduti armi in mano fossero custodite con il rispetto e la devozione che meritano.
A chiunque si riconosca nel Campo della Memoria, ora sta il compito di tenere alta la bandiera e vivo il ricordo. Anche nel nome di Alberto.
In alto i cuori!